Workshop con Elena Mazzi
workshop con Elena Mazzi
elena mazzi
Coerentemente con la propria opera e ricerca, Elena Mazzi ha impostato il workshop partendo dal luogo. Il luogo è quello della ex Manifattura Tabacchi, con la sua architettura razionalista, i suoi scorci prospettici, le sue piazze, ma è anche quello dei mondi che hanno animato quegli spazi, impressi nel ricordo degli abitanti passati, invisibili alla vista di quelli attuali. L’idea di meraviglia emerge nella fascinazione di queste storie e nelle suggestioni visive che hanno funzionato appunto da base di lavoro per il workshop.
Elena Mazzi ha scelto il libro Specie di spazi, di Georges Perec, come strumento e guida per l’osservazione, l’analisi e la percezione dello spazio, nonché per l’interazione con lo stesso. I primi due giorni di workshop sono stati quindi improntati all’analisi libera e attenta degli spazi, interni ed esterni alla Manifattura. Il gruppo ha ripercorso i luoghi abituali per gli artisti in residenza, per poi addentrarsi nel cantiere, dove ogni artista ha campionato una serie di suoni, individuando così, attraverso il sonoro, la modalità di interazione con lo spazio.
La perlustrazione dei luoghi è proseguita nel quartiere circostante, passaggio fondamentale per la comprensione del contesto e l’allenamento dello sguardo. Case popolari, negozi, strade, argini e marciapiedi, ogni cosa è diventata materiale di studio, con una indicazione, quella di concentrarsi sui segni particolari mai notati prima, soprattutto quelli apparentemente più scontati o banali.
Il laboratorio si è concluso con la creazione da parte di ciascun artista di un componimento, una propria narrazione che, secondo la lezione di Perec, riflette il contenuto nella forma. Ogni testo è chiaramente personale e rispecchia l’approccio di volta in volta diverso, ora descrittivo, ora intimistico, ora diaristico, ora osservante.
La sperimentazione della narrazione troverà tuttavia un limite spaziale, identificato nel formato della stessa in una pagina A4. Queste composizioni saranno tradotte in prespaziati dislocati in punti vari di Manifattura Tabacchi e condivideranno, oltre al formato, il colore e il linguaggio sonoro. Mentre il colore sarà lo stesso per tutti, il suono cambierà da un punto all’altro, risultato del campionamento individuale dei suoni che ciascun artista ha realizzato nel corso del workshop. Dall’assemblaggio di queste diverse creazioni, narrative e sonore, deriverà un’opera collettiva fatta di diversi interventi letterari, un’opera nomade nella misura in cui si diffonde capillarmente nello spazio, mettendo in connessione, allo stesso tempo, realtà distanti.