EXHIBITING
22.07.23 – 03.09.23
EXHIBITING
Fino al 3 settembre
Opening | Giovedì 20 luglio dalle 18.00
Alle 18.00 tour guidato alla mostra e a seguire vernissage con drink e musica
Dal martedì alla domenica, dalle 15.00 alle 22.00
Giovedì, dalle 15.00 alle 23.00
Dal 14 al 27 agosto la mostra sarà visitabile con orario ridotto dalle 19.00 alle 21.00
Un’esposizione che racconta il legame tra Manifattura Tabacchi e la produzione di arte contemporanea, una selezione delle opere ideate, progettate e costruite in dialogo col complesso architettonico e la sua storia.
Exhibiting è un percorso che accompagna il visitatore per mano, è una raccolta di storie, alcune fragorose, altre inaspettate – è un invito all’esplorazione.
La mostra si dispiega negli spazi della Factory creando un racconto a più voci: tra queste quelle più lontane risalenti ai tre cicli di residenze d’artista: La cura, La meraviglia e L’armonia, parole per stare oggi al mondo e auspicio per i giovani artisti invitati a sperimentare con le loro pratiche.
Altri suoni e storie arrivano dal recente passato di NAM – Not A Museum, il programma di arte contemporanea di Manifattura Tabacchi che con SUPERBLAST ha indetto una chiamata alle arti per una libera produzione artistica che si interrogasse sull’azione umana come traccia in occasione della prima edizione e sui temi del terzo paesaggio e del sogno per la seconda.
L’intero percorso di Exhibiting racconta il valore della formazione, dell’interdisciplinarietà e del dialogo con le nuove generazioni di artiste e artisti, in un’ottica in cui la ricerca quanto la produzione sono fondamentali per comprendere il nostro presente.
IPER-COLLETTIVO, MICROMEGÀSUONI
Micromegàsuoni è parte di un’indagine empirica che il collettivo ha perseguito in due tipologie di paesaggi diversi: la città, rappresentata da Manifattura Tabacchi, e una serie di riserve naturali e foreste, individuate nelle regioni di Toscana e Umbria. Elemento totemico e abitabile al suo interno, l’opera riproduce e amplifica suoni ignoti che originano altrove, precisamente nel bosco dove il suo gemello, non visibile, è collocato. L’opera sdoppiata nello spazio è ricongiunta nel tempo del suono.
L’opera è stata realizzata in occasione di SUPERBLAST I, prima edizione del progetto di residenze d’artista ideato e prodotto da NAM – Not A Museum.
LORENZO LUNGHI, SPECCHIO RIFLESSO
Specchio Riflesso è una scultura che può deformare la nostra immagine e il nostro ego fino al punto di condensazione massima, in cui ci si può bruciare se utilizzato in condizioni luminose ottimali. È uno specchio concavo in grado di concentrare i raggi del sole e della figura di chi lo osserva in un unico punto focale. Stimolato dall’immaginario Solarpunk, l’artista ha concepito la scultura come un dispositivo di coinvolgimento collettivo attraverso cui preparare cibi e bevande. L’opera nasce come parte di un progetto più ampio che consisteva in un accampamento sul tetto dell’edificio B9 di Manifattura Tabacchi.
L’opera è stata realizzata in occasione di SUPERBLAST II, seconda edizione del progetto di residenze d’artista ideato e prodotto da NAM – Not A Museum.
EDOARDO ARUTA, LA FURIA DEL DIRE
La Furia del Dire prende spunto dal registro espressivo di una dimensione sociale e musicale – il fenomeno delle Posse – nata per migliorare la condizione esistenziale di un’intera generazione contribuendo ad immaginare il ruolo delle comunità nelle periferie urbane e a suggerire un ritorno alle origini, alle piccole realtà autoprodotte, alla creatività di strada, agli spazi occupati e all’autogestione che auspica un modello di società orizzontale. Attenzione specifica è data al rapporto creativo con le tecnologie musicali e le possibilità estetiche legate al loro impiego come la tecnica del cut-up propria del DJ e l’utilizzo del sound system, ‘il muro del suono’ in qualità di catalizzatore del rituale collettivo della danza.
L’opera è stata realizzata in occasione di SUPERBLAST I, prima edizione del progetto di residenze d’artista ideato e prodotto da NAM – Not A Museum.
ESMA ILTER, A FAR-OFF LOOK
La relazione problematica con la casa inizia con una vita fatta di spostamenti, passando da una città affollata a un’altra, di casa in casa. Man mano che la casa viene modernizzata e idealizzata, diventa sempre più astratta: un oggetto che non può essere né costruito né desiderato. Il ricordo della casa è legato ai luoghi in cui l’artista è vissuta, dove è cresciuta e che poi ha dovuto lasciare. Ilter ha iniziato a disegnare le planimetrie delle case in cui aveva abitato partendo da un processo mnemonico-architettonico che l’ha portata al primo ricordo sfocato di bambina.
L’artista ha cercato di ricostruirlo e di creare uno spazio il più possibile vicino a tutte queste immagini eidetiche. “Quando chiudo gli occhi, mi immagino lì, con il suono proveniente dal mare, sotto un sole accecante, in un grande giardino.”
L’opera è stata realizzata in occasione di La meraviglia, la seconda edizione del progetto di residenze d’artista ideato e curato da Sergio Risaliti.
NICOLA GHIRARDELLI, UNTITLED (IL LIMITE DELLA NEVE)
Polveri sospese coagulano generando corpi, come contingenza che crea la vita da aggregati di materia. Sono la coda di una lingua che si parla da sempre, un lascito in continua metamorfosi. Nascendo dal caos le opere danno forma alla necessità di abitare il magico e il fantastico, non pretendono che l’indagine converga in una formula, ma in una forma. È una tensione verso la creazione di un ecosistema di senso che si radica nella consapevolezza della complessità del cosmo. Sono oggetti apotropaici, talismani che radicano le loro origini in un’antichità superstiziosa e permeata dalla meraviglia e dallo stupore.
L’opera è stata realizzata in occasione di L’armonia, la terza edizione del progetto di residenze d’artista ideato e curato da Sergio Risaliti.
GIULIA POPPI, FANTA VERGINI #3
Parte di una serie di opere in resina colorata semi-trasparente che l’artista realizza modellando, plasmando e piegando la materia grazie a sostanze chimiche da lei composte mediante tentativi ed errori. Le sculture, lucide e colorate, incredibilmente simili a giganti vetri di zucchero o gomme già masticate, seducono il visitatore e creano incertezza sulla loro natura. Appaiono organiche ma allo stesso tempo chiaramente inorganiche, generando curiosità sul materiale, e invitando al tocco.
L’opera è stata realizzata in occasione di La meraviglia, la seconda edizione del progetto di residenze d’artista ideato e curato da Sergio Risaliti.
MOHSEN BAGHERNEJAD, MOGHANJOOGHI, MATTEO COLUCCIA, STEFANO GIURI, LORI LAKO, GIOELE POMANTE, TATIANA STROPKAIOVÀ, IDROCARBURI POLICICLICI AROMATIC
Le patologie più diffuse tra le operaie di Manifattura Tabacchi erano il cancro ai polmoni e l’enfisema polmonare, entrambe le malattie interessavano il sistema respiratorio. Le stesse malattie che coglievano le sigaraie di Manifattura, colpiscono ieri come oggi, i consumatori dei prodotti a base di tabacco: i fumatori.
Una vecchia tenda, in qualità di filtro tra interno e esterno è l’oggetto ideale per esplorare questa cupa relazione. Tingendola, il catrame, tra i primi elementi costituenti delle sigarette, crea un collegamento concettuale tra la storia di Manifattura e il presente, oggettivando grazie a un gesto simbolico la relazione tra un dato storico e un dato ancora attuale legato a chi le consuma. L’opera è nata durante il Workshop dell’artista Marzia Migliora.
L’opera è stata realizzata in occasione di La cura, la prima edizione del progetto di residenze d’artista ideato e curato da Sergio Risaliti.
TATIANA STROPKAIOVÁ, VENEZIAN
Venezian è nato dal desiderio di avvicinarsi alla pittura attraverso la tavolozza. Quest’opera fa parte di una serie di dipinti di varie dimensioni, basati su un’immagine originale di riferimento che viene poi liberamente replicata. Ciò che l’artista è interessata a rappresentare è l’aspetto intimo del personaggio, andando oltre la dimensione puramente figurativa della pittura e entrando in un’atmosfera dinamica, sfuggente e vivace.
Per creare questi dipinti, Stropkaiová ha preso “l’immagine di origine” (Frank Duveneck, Ragazza veneziana, 1880) e l’ha trasformata in una nuova entità.
L’opera è stata realizzata in occasione di La cura, la prima edizione del progetto di residenze d’artista ideato e curato da Sergio Risaliti.
DAVIDE D’AMELIO, A OTTO ANNI LUIGI XIII FA UN DISEGNO SIMILE A QUELLO DEL FIGLIO DI UN CANNIBALE DELLA NUOVA CALEDONIA. A OTTO ANNI HA L’ETÀ DELL’UMANITÀ, ALMENO DUECENTOCINQUANTAMILA ANNI
“Scendendo nei bui seminterrati, nei passaggi sotterranei, sovrapponendo fatti concreti a idee psicologiche – l’idea del subconscio, della memoria, un luogo dove ho riscoperto giocattoli che avevo abbandonato insieme a un’enorme quantità di altri oggetti infantili. Lì ho avuto una visione, un’epifania. […] Ho cercato di guardare il mondo attraverso gli occhi di uno sconosciuto, vedendo come i bambini arrivano nei loro corpi fisici come estranei” (Henri Michaux). Ogni bambino di otto anni, più o meno, ha disegnato il cielo sopra l’orizzonte. Come estranei ci siamo chiesti: cosa c’è davanti a me? L’orizzonte o il cielo?”, Davide D’Amelio.
L’opera è stata realizzata in occasione di La meraviglia, la seconda edizione del progetto di residenze d’artista ideato e curato da Sergio Risaliti.
SEDICENTE MORADI, CERVO DI MANIFATTURA
La sua attività si sviluppa in una ricerca di disegno tridimensionale che consiste nell’assemblaggio di legno di recupero, potature, radici o licheni in cui riconosce rime formali con strutture organiche umane o animali seguendo il motto “Ogni forma è nella Natura”. Moradi propone installazioni spontanee nel tessuto urbano con un’ energia umile e poetica, sempre attenta a inserirsi il più naturalmente possibile negli spazi eletti. Per Moradi, le suggestioni dei cittadini sono testimonianze e, al contempo, rivelazioni.
L’opera è stata realizzata dall’artista nel 2021 quando Manifattura Tabacchi ospitava il suo atelier.