Gianni Celati scrittore irregolare, traduttore di Joyce, intellettuale, professore, saggio quasi un guru che ci insegna qualcosa sul Paesaggio.

In uno dei più bei passaggi di questo libro/rivista c’è una rassegna della storia dello spazio, la ricerca degli spazi e l’urgenza di aprire nuove visioni che sono passioni proprie della letteratura.

 Questa raffinata rivista monografica dedicata ogni volti ad una importante personalità del mondo della cultura, da Giacometti a Perec, da Picasso a Giorgio Manganelli raccoglie testi perduti, articoli di giornale, interviste, prefazioni e conversazioni radiofoniche preziose per comprendere non solo l’autore, in questo caso Gianni Celati, ma l’intero scenario culturale di quel periodo.

Infatti la sua storia è collegata a quella di un grande fotografo del novecento: Luigi Ghirri.

Luigi Ghirri (1943-1992), fotografo, maestro della fotografia di paesaggio italiano.

Kodachrome è il primo libro di Ghirri, pubblicato nel 1978, è pubblicato dalla casa editrice Punto e Virgola fondata l’anno precedente insieme a Ernesto Tuliozzi, Ornella Corradini, Susetta Sirotti. In questo lavoro Ghirri, provocatoriamente con il titolo del libro, parla del medium, della fotografia stessa, K. è il nome di una delle più note pellicole fotografiche dell’epoca, le immagini riflettono la necessità di capire il paesaggio nella dimensione che esso assume rispetto al vuoto, al contesto, al mondo esterno. Un nuovo modo di comunicare lo spazio attraverso la valenza comunicativa dell’inquadratura in fondo bianco.

Riprendendo queste intuizioni, Ghirri  rivede la poetica del paesaggio italiano negli anni ottanta, “ripulisce lo sguardo” da quell’idea dell’Italia delle cartoline e della letteratura. Organizza un mitico viaggio insieme ad un gruppo di fotografi come Jodice, Basilico, Guidi, Chiaramonte ed altri che riscriveranno la storia della immagine, insieme a loro ci sarà anche il suo caro amico Gianni Celati.