LIEVITI Podcast
lieviti
La serie di podcast LIEVITI è inserita all’interno del programma culturale di Living Room, il salotto dedicato alla cultura e all’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi.
living room
In questo lento viaggio di ritorno verso il mondo che conoscevamo, il tempo della vita si confonde con il tempo dell’attesa e intanto, si fa il pane come se non ci fosse domani, come Penelope tesseva la sua tela. Siamo tornati alle origini: farina, acqua e lievito, sempre che si trovi. E allora Lieviti, una serie podcast in 6 episodi per ritrovare il tempo della riflessione sui temi dell’oggi. Lieviti generativi, nutrienti, vitali, pensieri da consumare con lentezza e cibo per la mente.
Sei i temi e un’opera d’arte per episodio, a innescare la lievitazione di pensieri, più o meno ingarbugliati, e domande, più o meno complesse: come cambia la percezione del tempo attuale, quando la mente non riesce ad abbracciare il futuro? come cambiano i nostri paesaggi interiori ed esteriori, che suono hanno? Come cambia il nostro corpo mediato dalle piattaforme digitali, o torneremo a darci la mano? Come percepiremo l’altro in tempi di austerità sociale? Con noi ci saranno artisti, esperti e ricercatori e insieme ascolteremo e vi inviteremo a fare altrettanto, per sintonizzarci sulle frequenze del mondo che sarà.
Episodio 1 / SPAZIO
Dedicato al tema dello spazio e a partire dalla serie Activities with Dobromierz di KwieKulik, il primo episodio di Lieviti racconta come cambiano la percezione e le strategie di occupazione dello spazio domestico, ovvero l’abitare ai tempi del Covid-19, con l’ipermediatizzazione del lavoro e del tempo libero. Infine, di fronte all’affermarsi di fenomeni come la sanitizzazione digitale e l’austerità sociale, seguiamo l’ultimo reportage del fotografo Gabriele Galimberti che a Milano, nelle prime settimane di quarantena milanese, ha chiesto ad alcune persone di posare sulla soglia di casa, tra intimità e distanziamento.
Opera d’arte:
uno scatto della serie Activities with Dobromierz (Działania z Dobromierzem)1972-74, di KwieKulik.
Gli ospiti in voce sono Tiziano Bonini, docente di Sociologia dei media all’Università di Siena e il fotogiornalista Gabriele Galimberti, fotografo Italiano, che negli ultimi anni ha lavorato, girando il mondo, a lunghi progetti di fotografia documentaristica, alcuni dei quali sono diventati libri, come Toy Stories, In Her Kitchen, My Couch Is Your Couch e The Heavens.
Tiziano Bonini
Tiziano Bonini (PhD in Media, Comunicazione e Sfera pubblica nel 2008, Università di Siena) è professore associato in Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell’Università di Siena. Si occupa di radio, social media, cultura digitale e audience studies. Ha iniziato a fare radio all’università, poi a Radio Popolare, Radio2 Rai e Radio Svizzera Italiana. Ha lavorato come autore freelance per Rai Radio 2 e Radio24. Scrive per Che Fare e Doppiozzero.
Gabriele Galimberti
Gabriele Galimberti è un fotografo italiano. Negli ultimi anni ha lavorato, girando il mondo, a lunghi progetti di fotografia documentaristica, alcuni dei quali sono diventati libri, come Toy Stories, In Her Kitchen, My Couch Is Your Couch e The Heavens.
Gabriele lavora da solo, o con altri fotografi e giornalisti, a incarichi per riviste e giornali internazionali come National Geographic, The Sunday Times, Stern, Geo, Le Monde, La Repubblica e Marie Claire. I suoi scatti sono stati esposti a livello internazionale. A Milano, nei primi giorni di lockdown ha chiesto ad alcune persone di posare dietro una finestra o dietro un portone, tra intimità domestica e distanziamento sociale.
episodio 2 / natura
È proprio vero che la natura si sta riprendendo gli spazi? Dedicato al tema della natura e a partire dalla ricerca sonora di Jana Winderen, il secondo episodio di Lieviti si interroga su come queste lunghe settimane di mobilità limitata e confinanti domestici influiscano sulla nostra percezione di ciò che viene percepito come ‘ambiente naturale’. Il biologo Filippo Ferrantini ci guiderà nei meandri della valutazione ambientale fra antropizzazione e ambiente naturale, con la critica d’arte Filipa Ramos esploreremo orizzonti inaspettati fra arte, immagine ed eco-attivismo mentre l’artista Elena Mazzi propone una riflessione su possibili paralleli fra umani e natura.
The Noisiest Guys on the Planet, Jana Winderen
Suoni di Jana Winderen (courtesy Touch)
Fieldrecording d’archivio (feat. Giulio Aldinucci)
Voci di Carola Haupt, Cristiano Magi, Filippo Ferrantini, Filipa Ramos, Elena Mazzi, Jana Winderen.
The Listener, Jana Windern
Elena Mazzi
Elena Mazzi, artista. La sua poetica riguarda il rapporto tra l’uomo e l’ambiente in cui vive, il modo in cui l’essere umano decide di operare in esso, apportando un cambiamento. Seguendo prevalentemente un approccio antropologico, questa analisi indaga e documenta un’identità sia personale che collettiva, relativa a uno specifico territorio e che dà luogo a diverse forme di scambio e trasformazione.
Filippo Ferrantini
Filippo Ferrantini è un biologo marino ed esperto ambientale. È co-fondatore di ERSE Ecological Research and Services for the Environment.
Filipa Ramos
Filipa Ramos è una critica d’arte e scrittrice portoghese di base a Londra. Interessata alle relazioni fra arte contemporanea e cinema, la sua ricerca è rivolta principalmente alle relazioni fra immagine in movimento e tematiche ambientali, in particolare alla rappresentazione delle dinamiche che si instaurano fra uomo, ambiente, animali e macchine.
Filipa è curatrice di Art Basel Film, è docente nel programma MRes Art: Moving Image di Central Saint Martins a Londra, e presso l’Arts Institute of the Hochschule für Gestaltung und Kunst, Fachhochschule Nordwestschweiz di Basilea.
episodio 3 / Tempo
La natura del tempo rimane il mistero forse più grande, in bilico tra intuizione e calcolo, esperienza e controllo. Un mistero che riguarda ciò che siamo noi, più di quanto non riguardi l’universo. Esiste un tempo fuori da noi o siamo noi con le nostre convenzioni culturali e sociali a costruirlo? Perché calcoliamo il tempo?
La terza puntata di Lieviti non risponderà a queste domande, ma a partire dalla serie di One Year Performance di Tehching Hsieh, apre a una riflessione più ampia sull’uso e sul controllo del tempo, sul rapporto tra tempo, lavoro, riposo e tecnologia. In questo viaggio ci accompagneranno Danilo Correale, artista, e Davide Calonico, fisico e metrologo del tempo.
Tehching Hsieh, One Year Performance, 1980 – 1981, 16mm film, time cards, photographs, time clock
Voci Ilaria Gadenz, Tehching Hsieh [intervista realizzata a FACT, in occasione della Liverpool Biennial 2010], Danilo Correale, Davide Calonico, Tommaso, Giorgina e Giovanni.
Fieldrecording d’archivio
Musiche da Les Mondes Imaginaires di Francesco Giannico per Time Released Sound.
Danilo Correale
Danilo Correale (1982) è un artista e ricercatore italiano di base a New York e Napoli. Nel suo lavoro analizza alcuni aspetti della vita umana, come il lavoro, il tempo libero e il sonno a partire da una riflessione sul tempo e sul corpo. Ha ricevuto un MFA in Arti Visive e Studi Curatoriali alla NABA di Milano, ha preso parte a numerosi programmi di residenza in Europa e Stati Uniti e nel 2017 ha vinto una Research Affiliate Fellowship alla Columbia University di New York. Il suo film Diranno che li ho uccisi io è uno dei progetti vincitori della prima edizione del bando Italian Council (2017). www.danilocorreale.com
Danilo Correale, At works end.
Davide Calonico, fisico e dottore di ricerca in Metrologia, è ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM) di Torino, dove sviluppa orologi atomici basati sul raffreddamento laser e si occupa di misure di tempo e frequenza ad altissima precisione per la metrologia primaria e per lo studio della fisica fondamentale. Ha co-realizzato il primo orologio atomico italiano, una fontana di cesio raffreddato a laser, contribuendo alla generazione del Tempo Atomico Internazionale. È rappresentante italiano per il tempo e la frequenza nell’Associazione Europea di Metrologia.
Tehching Hsieh, nato nel 1950 a Nan-Chou, Taiwan, è arrivato negli Stati Uniti nel 1974, dove ha vissuto come immigrato clandestino fino al 1988, anno in cui gli è stata concessa l’amnistia. A partire dalla fine degli anni Settanta, Hsieh ha realizzato cinque One Year Performances e un ‘Thirteen Year Plan’, concluso il 31 dicembre 1999. Nella sovrapposizione tra arte e vita, il suo lavoro è considerato tra i più radicali della performance contemporanea. Dal 2009 il suo lavoro è esposto a livello internazionale. Nel 2017 ha rappresentato Taiwan alla 57a Biennale d’Arte di Venezia.
www.tehchinghsieh.com
episodio 4 / Corpo
Un corpo è un oggetto materiale spazialmente esteso, diversi corpi in interazione fra loro creano un sistema. È questa la definizione base di Corpo in fisica.
E il nostro corpo? Qual è l’estensione del corpo umano in un contesto di distanziamento sociale e contatto mediato dalla tecnologia? Può forse il confine del nostro corpo essere determinato da uno schermo?
Lieviti non può certo dare delle risposte, ma a partire da How to make an happening di Allan Kaprow, apre a una riflessione sui confini fra corpo e spazio pubblico, fisicità e contatto. Muovendoci fra arte, scienza e filosofia ne parleremo con Maria Pecchioli, artista che pone il corpo al centro della sua ricerca e con il fisico sperimentale Christoph Stampfer.
Voci di Allan Kaprow [archivio Ubu Web], Elisa Giomi, Maria Pecchioli, Anna Raimondo, Christoph Stampfer
Fieldrecording d’archivio
Musiche di Pamela Z e frammenti da The Six Healing Sound – Plotting the Urban Body di Maria Pecchioli
Esercizio d’ascolto proposto da Anna Raimondo
Maria Pecchioli
Maria Pecchioli, artista. Nel suo lavoro utilizza molteplici linguaggi estetici con cui costruisce una consapevolezza basata sul coinvolgimento, la cura e costruzione di comunità. È co-fondatrice e membro del duo artistico-curatoriale Radical Intention (2009) del collettivo Fosca (2006) manager dello spazio interdisciplinare di residenza “Corniolo Art Platform” (dal 2010).
mariapecchioli.com
Christoph Stampfer
Christoph Stampfer, fisico. Professore di fisica sperimentale presso il 2nd Institute of Physics alla RWTH Aachen University in Germania. Si occupa di materiali 2D.
Anna Raimondo
Anna Raimondo, artista. La sua ricerca esplora l’ascolto come esperienza estetica e politica, trattando il suono come strumento per generare spazi relazionali. Negli ultimi lavori, Anna Raimondo ha esteso la pratica radiofonica ad interventi negli spazi pubblici, intesi sia nell’accezione fisica che in quanto “sfera pubblica.
annaraimondo.com
episodio 5 / identità
Prendendo le mosse dal profilo Instagram di Cindy Sherman, il 5° episodio di Lieviti ruota intorno alla domanda chi siamo? e alla relazione tra identità, alterità e riconoscimento.
Si parte con Massimo Leone – docente di semiotica – e dalla faccia, la nostra prima soglia relazionale, ciò che riconosciamo nell’altro, o ciò che neghiamo, all’altro. Con Lucia Farinati, curatrice e ricercatrice, allarghiamo il discorso dalla singolarità alla pluralità, con una riflessione sulla voce e sulle politiche dell’ascolto.
Chiudiamo con la sound artist Gea Brown che ci guida nell’esercizio di ascolto di questa settimana, in quello spazio intimo e complesso dove si formano le nostre identità.
Massimo Leone
Massimo Leone è Professore Ordinario di semiotica, semiotica della cultura e semiotica dell’immagine presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino, Vice-Direttore per la Ricerca presso lo stesso Dipartimento, e Professore Ordinario a tempo parziale di semiotica presso il Dipartimento di Lingua e Letteratura Cinese dell’Università di Shanghai, Cina. Le sue ricerche al momento si concentrano sulla semiotica del volto nelle culture digitali.
Lucia Farinati
Lucia Farinati è ricercatrice, curatrice e attivista. Nel 2007 ha fondato Sound Threshold, un progetto curatoriale interdisciplinare che esplora le relazioni tra spazio, suono e testo. Ha collaborato con Precarious Workers Brigade e il Micropolitics Research Group. Negli anni ha contribuito a numerosi progetti radiofonici e di arte sonora tra cui Helicotrema, bip bop, Errant Bodies, Audio Arts, Resonance 104.4 FM, Institution of Rot, e-Xplo, Radio Papesse e Radio Arte Mobile. La sua ricerca si concentra sull’estetica dialogica, in particolare sull’opera dell’artista William Furlong e sulla scrittura femminista di Carla Lonzi che ha attivato attraverso letture collettive e trasmissioni radio. Attualmente sta lavorando a un ampio progetto di ricerca sull’arte sonora in collaborazione con Tate Archive nell’ambito del suo dottorato di ricerca presso la Kingston University – FADA di Londra.
Gea Brown
Con un background di studi ed esperienze nel campo della storia dell’arte, Gea Brown intraprende un percorso come sound artist, traducendo la propensione alla ricerca e alla selezione musicale in un personale approccio al djing. La ricerca portata avanti negli ultimi anni si caratterizza per l’impiego di materiali di natura vocale: spoken word, sound poetry, pièce teatrale e intervista sono i differenti registri con cui sperimentare la possibilità di un equilibrio in divenire tra l’aspetto narrativo e semantico del linguaggio parlato e la sua dimensione intrinsecamente sonora. Le sue performance sono state presentate in spazi culturali e centri d’arte contemporanea tra cui: Triennale di Milano, Palazzo Strozzi di Firenze, Istituto Svizzero di Roma, Museo Marino Marini, Villa Romana, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, Standards, Kunstraum Walcheturm (Zurigo), Q-O2 (Bruxelles). Vive a Prato dove lavora come curatrice presso Lottozero.
episodio 6 / comunità
Il sostantivo latino mūnŭs significa innanzitutto dovere, impegno, onere; mūnŭs è la radice alla base di immunità e comunità. Im-mune, privato dell’onere, co-mune, un dovere condiviso.
A partire da Sun & Sea (Marina) di Rugilė Barzdžiukaitė, Vaiva Grainytė e Lina Lapelytė, il sesto episodio di Lieviti, si interroga su cosa si intenda per comunità, fra sostenibilità e attivismo. Ne parliamo direttamente con la curatrice del progetto Lucia Pietroiusti, mentre insieme alla ricercatrice di filosofia politica Giulia Bistagnino cerchiamo possibili definizioni e con l’artista Marinella Senatore ci chiediamo se e come la pratica artistica possa contribuire a un discorso critico sulla comunità.
Sun&Sea (Marina), opera-performance di Rugile Barzdziukaite, Vaiva Grainyte, Lina Lapelyte @ Biennale Arte 2019, Venice © Photography_ Andrej Vasilenko, Courtesy_ The Artist
Lucia Pietroiusti
Lucia Pietroiusti è Curator of General Ecology presso Serpentine Galleries di Londra, nonché la curatrice di Sun & Sea (Marina), vincitore del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 2019. Fa parte del gruppo di curatori della prossima Biennale di Shanghai (con Marina Otero, Filipa Ramos, YOU Mi. Chief Curator: Andrés Jaque). I suoi ultimi progetti presso Serpentine Gallery includono The Shape of a Circle in the Mind of a Fish e Back to Earth. È co-curatrice e co-presentatrice di Serpentine Podcast.
Giulia Bistagnino
Giulia Bistagnino è assegnista di ricerca in filosofia politica e professore a contratto presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano. Ha conseguito un Ph.D. in Studi Politici presso l’Università degli Studi di Milano e un M.Litt. in Filosofia presso l’Università di St. Andrews. Inoltre, ha svolto attività di ricerca presso il Nuffield College a Oxford e la Hebrew University a Gerusalemme. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Compromessi di principio. Il disaccordo nella filosofia politica contemporanea (Carocci, 2018); con Federico Zuolo, “Disagreement, Peerhood, Compromise”, Social Theory and Practice (2018); “Glen Newey and the Concept of the political” (Biblioteca della Libertà, 2019).
Marinella Senatore
Marinella Senatore mette in discussione la bio-politica di diverse comunità, aggirando i ruoli tradizionalmente separati di artista e pubblico. Rafforzando le risorse collettive degli individui coinvolti nei suoi progetti, Marinella Senatore costruisce esperienze basate su un modello didattico non convenzionale di apprendimento e partecipazione, offrendo una piattaforma per la collaborazione e incontri sociali. Il suo approccio mira a contribuire eticamente a una comprensione più democratica e collettiva della creatività.
radio papesse
Radio Papesse è un archivio dedicato alla documentazione e all’approfondimento sulle arti visive; un luogo per la diffusione delle arti sonore. Ha scelto il linguaggio della radio, non solo il suo medium, per raccontare come si fa arte oggi: produce e distribuisce interviste, audioguide, commissiona lavori sonori e radiofonici, collaborando e supportando artisti italiani e stranieri nella creazione di opere inedite. Fondata nel 2006, Radio Papesse è curata da Ilaria Gadenz e Carola Haupt e dal 2011 ha casa a Villa Romana, Firenze.
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