La meraviglia per God is Green
Uno spunto da cui partire, una parola tanto semplice quanto densa di storia e di significato, green. Gli artisti della Residenza d’Artista La meraviglia sono arrivati in Manifattura Tabacchi solo da due settimane, ma già con sei progetti, sei manifesti, tutti diversi, con lo stesso punto di partenza: il festival God is Green. Il verde non è solo un colore, non è solo la tinta che nelle sue innumerevoli varianti riveste la natura che ossigena il pianeta, ma è anche altro, quell’altro che forse solo attraverso gli occhi di un artista è possibile scovare dietro la superficialità apparente delle cose. Ed è proprio questo che avverrà all’interno del B8, lo spazio dedicato all’arte di Manifattura Tabacchi: si sfonderanno pareti, mentali, sociali, culturali. Le sei grafiche originali sono state stampate in formato poster e distribuite gratuitamente in centinaia di copie al pubblico dell’evento.
sons of green
davide d'amelio
2019
stampa offset su carta, ed. 150, cm 70 x 100
Sons of Green è l’immagine di un bambino che accenna con le mani verdi a una dimensione intrinsecamente ecologica della vita umana. Ogni esistenza è un’esistenza intercalare nell’infinità dell’universo, all’interno della materia, che si autoriproduce cosciente su se stessa. Tutte le volte che la materia cessa di essere cosciente come singolarità di una vita, torna all’indistinto tutto dell’universo. Tutto torna a Dio. Se, citando la Bibbia, dalla polvere siamo nati e alla polvere torneremo, questo bambino ha in sé il germe della sua rigenerazione in qualcos’altro.
l'artista
occhio non verde cuore non duole
Anna Dormio
2019
stampa offset su carta, ed. 150, cm 70 x 100
La parola verde è usata dall’artista in maniera giocosa. Riprendendo il famoso detto “occhio non vede cuore non duole”, il poster sostituisce la parola vede con verde, impiegando due colori complementari, il rosso e il verde. Il fastidio provocato da questa combinazione cromatica crea un cortocircuito visivo, tra ciò che è noto, come la conoscenza tradizione veicolata dal proverbio, e ciò che è indotto dal contrasto cromatico.
l'artista
untitled
giulia poppi
2019
stampa offset su carta, ed. 150, cm 100 x 70
Una serie di immagini in contrapposizione. Sullo sfondo, dei graffiti che si trovano nella zona di Ospitale, sull’Appennino modenese. Retaggio primitivo e rudimentale, questi graffiti vengono filtrati attraverso i pixel di uno schermo, in una suggestione che unisce analogico e digitale. In primo piano, fuori fuoco, un putto tiene un pugno alzato, un pugno verde che esprime un gesto di ribellione contro lo stato delle cose, ma anche un approccio nell’affrontarle. Con il suo poster l’artista mette nello stesso frame due epoche e due attitudini diverse tra di loro, ma che nell’attrito cercano una loro armonia: quella passata, di una reciproca influenza tra uomo e natura, e quella attuale invece di distacco e indifferenza.
l'artista
future primitive
esma ilter
2019
stampa offset su carta, ed. 150, cm 70 x 100
L’ispirazione viene dal “Trittico del Giardino delle Delizie” di Hieronymus Bosch, in particolare da un’immagine dal pannello centrale. Nonostante il paesaggio in questo pannello sembri voler rappresentare il mondo materiale, non si può dire che sia così. Questo Giardino è un luogo dove un gran numero di esseri umani, uniti alla natura in modo primitivo, sono impegnati in molteplici attività. Nel dettaglio scelto dall’artista un gruppo di uomini si diverte con giochi di primordiale reminiscenza. Reinterpretando il colore verde con intenzioni ecologiche, artistiche e razionali, Future Primitive è un manifesto che indaga, attraverso la rappresentazione di una“società ecologica “, l’esistenza stessa e la vita primordiale.
l'artista
untitled
Bekhbataar Enkhtur
2019
stampa offset su carta, ed. 150, cm 70 x 100
Il punto di partenza del poster è rappresentato da diverse foto, risalenti a epoche diverse, che ritraggono esempi di pittura rupestre che sono stati deturpati, sovra scritti, firmati nel tempo. Attratto dalla sovrapposizione della figura di creatore e di distruttore intrinseca nell’atto vandalico, l’artista ha ripensato a un proprio disegno passato, che raffigura una volpe, e ci ha scritto sopra. Viene in questo modo riproposta la stessa dinamica di distruzione e creazione, mentre il visitatore è invitato a prenderne parte, dandogli la possibilità di vandalizzare la sua opera.
l'artista
SAVETHEDAY
Negar Sh
2019
stampa offset su carta, ed. 150, cm 70 x 100
Il manifesto è un’opera interattiva, che può essere guardata da diversi punti di vista. Una palla è sospesa al centro dell’immagine. Sopra, o sotto, un buco all’interno della quale potrebbe passare o è già passata, e cambierà direzione. SAVETHEDAY non è altro che la visualizzazione di una scelta, un invito a soffermarsi sull’istante che la precede e sulla responsabilità che la accompagna. Scegliere di prendere l’una o l’altra direzione significa far qualcosa per il pianeta, che lentamente sta cambiando colore.
l'artista