Isolotto in bicicletta | Grand Tour
Il quartiere dell’Isolotto: le comunità ribelli
Iacopo Braca e Francesco Gori raccontano le piccole grandi ribellioni del quartiere
«Che cos’è un uomo in rivolta? Un uomo che dice no. Ma se rifiuta, non rinuncia tuttavia: è anche un uomo che dice di sì, fin dal suo primo muoversi.»
Incipit de L’uomo in rivolta di Albert Camus (1951)
Camus spiega così la distinzione tra rivolta e rivoluzione: «[La rivoluzione] è l’inserzione dell’idea nell’esperienza storica mentre la rivolta è soltanto il moto che porta dall’esperienza individuale all’idea».
La rivolta è una protesta che non coinvolge il sistema, mentre la rivoluzione è un tentativo di modellare un’azione significativa sull’idea. Se però la rivoluzione cede alla supremazia dei mezzi sul fine prende le armi e assume un carattere violento: «La rivoluzione, anche e soprattutto quella materialista, non è nient’altro che una crociata metafisica smisurata» afferma Camus.
Andata e ritorno
B9 è l’edificio di Manifattura Tabacchi utilizzato in passato come deposito fiscale. Da qui partivano gli autocarri e il treno privato della manifattura. Oggi dallo stesso piazzale parte il Grand Tour.
In questo spazio rinnovato è nato il seme di una possibile rivoluzione, per ora una ribellione all’inquinamento. Negli stessi locali dove si producevano sigarette, sinonimo di inquinamento e cattiva salute, adesso l’ossigeno viene rigenerato dalla Fabbrica dell’Aria, un dispositivo in grado di abbattere la concentrazione degli inquinanti indoor grazie alle virtù delle piante. Questo sistema innovativo, ideato da Stefano Mancuso e Pnat é pensato per essere riprodotto in maniera scalabile e fornisce una soluzione realistica per migliorare la qualità dell’aria in modo sostenibile.
La pedalata inizia sulle note di Saremo Tutto – Signor K. feat. Assalti Frontali.
Seguendo il filo conduttore di una ribellione verde, il tour prosegue fino a Piazza delle Cascine, proprio in mezzo al ‘Central Park’ fiorentino: 118 ettari di parco pubblico, situati sulla sponda destra dell’Arno, che ospitano circa 60 specie botaniche diverse.
Le Cascine sono state una fattoria privata, fondata nella prima metà del ‘500 dal Duca di Firenze Alessandro de’Medici. All’epoca erano aperte alla cittadinanza solo per la Festa del Grillo.
I Lorena nel 1700 iniziarono a sfruttarle come parco di rappresentanza per feste e ricevimenti lussuosi. Nel 1868 vi fu un elegante rivoluzione: Favre, fabbricante di biciclette, attraversò il parco delle Cascine con il primo velocipede facendo parlare di sé giornali e persone. Da allora il modo di muoversi è cambiato.
Nella palazzina che ora ospita la Facoltà di Agraria è in atto una ribellione che riguarda la terra e le comunità che la coltivano. In quella che era la tinaia del Gran Duca Alessandro c’è la sede del collettivo agrario che sostiene l’occupazione Mondeggi Bene Comune contro il land grabbing, ovvero l’acquisizione di grandi proprietà terriere, ad opera di grandi compagnie transnazionali composte da governi o da singoli privati, senza il consenso delle persone che ci abitano o che le utilizzano. Questa ribellione sta ridando vita a un luogo in decadenza attraverso una coltivazione responsabile e la formazione di una nuova comunità.
Gino Paoli e la sua Ehi Ma fanno da colonna sonora verso la prossima tappa.
La passerella pedonale delle Cascine porta in ‘Sardinia’ (da ‘sardigna’: terra malsana) , come veniva chiamata in passato l’area dell’Isolotto. Infatti lì avevano sede: un lazzaretto, un cimitero per cavalli e una discarica di rifiuti. Lentamente l’Isolotto inizia a cambiare aspetto, nel secondo dopoguerra si sviluppa il piano INA-casa, nato per incrementare l’occupazione operaia, migliorare le condizioni di vita delle famiglie e contrastare l’andamento frammentario dello sviluppo delle città.
Coloro che popolavano l’Isolotto erano quelli che avevano abbandonato la loro terra, che fosse il sud o la campagna, o coloro che la casa l’avevano persa durante la guerra: persone che non avevano più nulla e affrontavano una rivolta personale contro gli avvenimenti avversi, per ritrovare il loro posto nel mondo.
Bill Haley & His Comets con Rock Around The Clock traghettano il tour verso La Montagnola
La Montagnola è letteralmente una montagna di rifiuti che ha cambiato vita. Intorno ad essa si è svolta una ribellione pedagogica guidata da maestri come Sergio Ruzich, Luciano Gori e Franco Quercioli. Tutta la popolazione ha fortemente voluto il complesso di scuole dove è avvenuto questo atto di coraggio, progetto dibattuto e conquistato dall’associazione dei genitori e dalla parrocchia, che con la loro protesta sono riusciti a fermare il Night Club che doveva essere costruito.
L’Isolotto ha dato i natali e ospita tutt’oggi le case di molti coraggiosi ribelli, che hanno coltivato le loro idee con passione. Il piano INA-casa voleva ridare nuova vita ad un luogo pestilenziale e reietto, sembra quasi che questa voglia di cambiare e di evolvere si sia instillata nel quartiere dando energia e vitalità a tutti i suoi abitanti per inseguire i loro sogni.
Con la sigla del nipponico Ufo Robot il tour insegue la sue prossime tappe.
Si passa dalle Ex Baracche Verdi che furono scuole, poi centro anziani e successivamente ritrovo e archivio della comunità dell’Isolotto. Ancora oggi i cittadini, senza distinzione di provenienza, si ritrovano per dibattere di temi, portare avanti lotte e coltivare idee per un futuro migliore.
Proseguendo si attraversa Piazza dell’Isolotto dove è avvenuta la ribellione sociale e religiosa condotta da Don Enzo Mazzi, Don Sergio Gomiti, Don Paolo Caciolli e da tutta la comunità, che resero la chiesa un luogo di lotta sociale e la piazza un nuovo altare.
Con Street Fighting Man dei Rolling Stones i pedali si rimettono in movimento.
La tappa vicino all’ex Biblioteca è dedicata al Conte Mascetti del celebre film Amici miei, che abitava in via dei Pini. Del quartiere diceva: “Sembra che c’è tutto e invece non c’è nulla” sottolineando la condizione dell’Isolotto che in quegli anni non aveva negozi, né ambulatorio, né scuola, né collegamenti per il centro.
Ma sicuramente è più facile ricordare il Mascetti per la sua famosa ‘Supercàzzola’: “[…] A destra, e a sinistra la Biblioteca per due. Diventata sala lettura, Antani a dritto verso via Canova con la Supercàzzola”. Il Conte si ribellava con tutte le forze alle sue condizioni di povertà e con il suo cappotto color cammello camminava elegante per le vie di Firenze.
Pedalando sulle note di Pierangelo Bertoli – Eppure soffia // Bob Dylan – I Shall Be Released // The Clash – The Guns of Brixton il tour prosegue fino alla Piazzetta di Sansepolcro.
Con La strada di Gaber inizia il ritorno verso la Pescaia dell’Isolotto dove è d’obbligo ricordare l’alluvione del ’66 che, oltre ad essere una tragedia, dimostrò quanto le persone siano in grado di fare per aiutare il prossimo, uscendo dalle loro tane e regalando ciò che potevano, chi il tempo, chi il pane, chi l’acqua.