Digital Artificial Memory

Non è facile spiegare cos’è l’architettura a chi non è architetto.

La lotta si fa dura appena si capisce che proteggere il Design è il miglior modo di proteggere i Designer. 

Digital Rationalism indaga l’influenza accelerata del fenomeno Digitale sulle implicazioni socio-economiche collegate alla conservazione dei monumenti moderni del XX secolo.

Non abbiamo armi per proteggere gli oggetti che non rispondono ai criteri che il mercato globale e i nuovi media hanno stabilito. A meno che tu non sia visto come un monumento, nessuno ti perdonerà la mancanza di comodità, praticità ed efficienza. L’unico modo per “saltare gli aggiornamenti” all’infinito è raggiungere uno status di visibilità culturale ampiamente accettata. L’iconografia dello stadio Artemio Franchi non è stata ancora capace di costruire un sentimento tale. 

Le iconografie di oggi, le sculture di oggi, si sono spostate dall’analogico al digitale. Gli oggetti del mondo reale sono spesso proiettati nel regno digitale; il risultato di quest’operazione è chiamata Digital Twin (Gemello Digitale). Un gemello digitale può fare da ponte fra il mondo fisico e quello virtuale trasmettendo i dati e costruendo un dialogo in sincrono o asincrono. Può anche staccarsi dal mondo reale e venire alla luce come un nuovo posto per l’Intrattenimento simultaneo, i videogiochi o un campo di prova per diversi scenari.

Architetti, curatori, chiunque sia interessato alla conservazione del nostro patrimonio non può ignorare i mezzi con cui la cultura visiva e la consapevolezza si diffondono. Invece di ricercare la nostalgia nel mondo reale, dovremmo cercare la compassione in quello digitale. Paradossalmente, lo stadio Artemio Franchi è il perfetto archetipo di uno stadio digitale e un manifesto di un razionalismo digitale. Nessun negozio, nessun ristorante o compromessi commerciali: una semplice matrice lungo una curva. Nessuno degli stadi di ultima generazione, oggi chiusi al pubblico, vanta queste caratteristiche. Oggi più che mai, abbiamo il diritto di dubitare se in questo mondo, o nell’altro, la “forma” finalmente vincerà sulla “funzione”.