Talk alla spina: birra ed economia circolare
a cura di Antonio Massa di birrificio Valdarno superiore
Nell’ultimo articolo sulla produzione della birra fatta in casa abbiamo parlato di due tipi di scarti che si formano: le trebbie e il trub di luppolo.
Ma esattamente cosa sono e come possono essere trasformati da scarti a prodotti per l’agricoltura o per il nutrimento umano?
trebbie di malto
Le trebbie di Malto si formano dopo che tutto il mosto viene estratto dai malti macinati. In pratica sono la fibra esterna del malto d’orzo macinato dopo la cottura dell’impasto (che ricordiamo arriva in questa fase fino a 78°).
Oltre alle fibre esterne ci sono residui di amido, quindi in realtà le trebbie sono fibre di cereali maltati di alta qualità e amido che è stato convertito in zuccheri semplici per via della cottura.
Un semilavorato perfetto per molte applicazioni sia per uso alimentare umano che per l’agricoltura.
Gli utilizzi delle trebbie di malto
Trebbie di Malto per uso alimentare umano – Sono buonissime e sane da integrare nella panificazione per la produzione di pane ricco di fibre, di grissini e perché no di biscotti.
Trebbie di Malto per il realizzo di mangimi per animali – Il valore energetico delle trebbie è paragonabile alla soia o al silo di mais, piante che richiedono molta acqua per la loro coltivazione. Poter incentivare la collaborazione tra produzione di birra e produttori di mangimi o tra piccoli birrifici e allevatori locali potrebbe essere molto interessante.
Trebbie di Malto come carbone vegetale – Tramite un preventivo processo di essiccazione è possibile ottenere del biochar e con altri processi arrivare ad avere dei pellet vegetali.
Trebbie di Malto come compost – Essendo composte da fibre di cereale, se lasciate macerare sotto terra o insilate in maniera opportuna possono produrre un ottimo ‘terriccio’ per concimare vasi o piccoli orti.
trub di luppolo
Il trub di luppolo è il residuo di luppolo che rimane dopo la separazione dal mosto verde di birra.
La cosiddetta torta di luppolo non è nient’altro che il residuo del fiore di luppolo compattato dopo il whirlpool, bagnato di mosto di birra.
Se il birraio ha usato pellet di luppolo per fare la sua birra l’aspetto sarà molto simile a quello del pesto.
Quindi il trub è un residuo vegetale bagnato di mosto, queste caratteristiche sono perfette per trasformarlo in un ottimo candidato per il suo utilizzo come ammendante in campo vivaistico e ortofrutticolo.
Da analisi in laboratorio la presenza di azoto, potassio e fosforo suggerisce l’utilizzo del trub per migliorare le qualità di un terreno. E infatti dà ottimi risultati soprattutto nella coltivazione di fiori e rose.
Nel Birrificio Valdarno Superiore sono stati portati avanti molti studi, grazie anche alla collaborazione della Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze realizzando ben quattro tesi di laurea sulla birra e le tematiche correlate di economia circolare e sostenibilità.