Robert Pettena | La meraviglia TALKS
Artista e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, Robert Pettena integra la sua ricerca sul rapporto tra immagine video e ambiente spaziale con diverse possibilità espressive, che spaziano dalla fotografia agli interventi performativi e ai progetti site-specific. Per il suo appuntamento con La meraviglia TALKS, Robert Pettena ha attinto dal suo lavoro presentando una raccolta di immagini e video strettamente in relazione con il workshop sui giardini storici fiorentini, svolto con gli artisti in residenza.
Un-mappable zones for a de-colonisation of space and mind, questo il titolo del laboratorio, è un invito a muoversi verso una rinnovata comprensione degli spazi, che si inserisce all’interno di una nuova curiosa dimensione che è quella dello spostamento dell’arte contemporanea verso spazi indistinti, non deputati, almeno nelle intenzioni originali, all’esposizione.
Partendo da due elementi base, il paesaggio e l’architettura, il lavoro di Robert Pettena mette il pubblico di fronte a dei dispositivi relazionali, rendendolo suscettibile dell’accadimento. È questo l’esempio di Flat Land Games (2003), un progetto che permette di misurare lo spazio, che è quello di Palazzo delle Papesse a Siena, in maniera inconsueta, inaspettata, cioè attraverso la folle discesa delle scale da parte di ragazzi che operano il free style.
L’accadimento d’altronde torna nel tema della natura, e quindi dei giardini, ed emerge nella produzione fotografica di Robert, che cattura quasi clandestinamente immagini di costruzioni abbandonate sulle quali la vegetazione ha nel tempo preso il sopravvento, come il Mausoleo di Ciano, a Livorno, ma soprattutto di Noble Explosion, una vasta selezione di foto sui siti SIPE Nobel italiani, in particolar modo del luogo di Spilamberto. Affascinato dal paradosso insito nel nome e nella storia di Nobel – noto come l’ideatore dell’omonimo premio, ma anche di fatto l’inventore della dinamite – Robert Pettena ha infatti condotto una ricognizione sulle architetture industriali di fine Ottocento e primo Novecento e di come queste ultime si integrano con l’ambiente, spesso nascoste dalla vegetazione proprio allo scopo di evitare i bombardamenti aerei.
È così che il racconto di Robert si snoda tra elementi e immagini di varia natura, tanto distanti tra loro quanto vicine nella dimensione dell’inatteso e della purezza di sguardo, che l’artista ricerca nei luoghi meno noti, e per questo più affascinanti, di cui è popolato il territorio italiano. “Questo è il momento di tornare agli spazi della memoria con l’occhio pulito dopo anni di militanza nel contemporaneo.”