Paradigma. Il tavolo dell’architetto: De Lucchi Earth Stations
Paradigma. Il tavolo dell’architetto
con le opere di Michele De Lucchi
Dal 22 novembre 2019 al 30 aprile 2020 al Museo Novecento
Nel chiostro del Museo Novecento di Firenze inaugura De Lucchi Earth Stations il 7° appuntamento del progetto Paradigma. Il tavolo dell’architetto ideato da Sergio Risaliti, curato da Laura Andreini e che vedrà esposte le innovative visioni architettoniche di Michele De Lucchi. Questa iniziativa, in mostra dal 22 novembre al 30 aprile 2020 al Museo del Novecento, è realizzata grazie al sostegno di Manifattura Tabacchi.
La mostra
Michele De Lucchi è il protagonista del settimo appuntamento con il ciclo Il Tavolo dell’Architetto, il ciclo di appuntamenti che presenta di volta in volta le opere di celebri architetti, collettivi e studi di architettura del panorama contemporaneo. De Lucchi Earth Stations (22 novembre 2019 – 30 aprile 2020) espone un progetto di ricerca nato nel 2018 concentrato sull’evoluzione del concetto di funzione nell’architettura e sulla necessità di progettare edifici simbolici rappresentativi. Una ricerca anticipata dai Templi per la Natura che avevano lo scopo di celebrare attraverso luoghi iconici la natura nelle sue manifestazioni più straordinarie.
Ph. Leonardo Morfini
La riflessione sul senso sociale dell’edificio è un pensiero che per l’architetto ferrarese viene da lontano: già nel libro 12 racconti con casette De Lucchi si immagina un’architettura inserita in una serie di paesaggi con l’intento di comunicare speranza e ottimismo.
Come lui stesso si interroga: “una delle domande che mi pongo frequentemente è cosa vogliono veramente gli uomini? Cosa diamo all’uomo?”. Ecco che dall’esperienza delle casette intagliate con la motosega, simbolo di una ricerca sul tema dell’abitare, si arriva con le Earth Stations ad una evoluzione più ampia legata sempre al tema dell’abitare e alla qualità della condizione di vita dell’uomo sulla Terra, ma questa volta ampliata di scala e legata al rapporto Uomo-Natura-Tecnologia.
Le prime Earth Stations, chiamate Originals, si riferiscono a nuovi luoghi di lavoro ed edifici per servizi pubblici. Nella versione Many Hands si immaginano cinque tipologie di Stazioni, una per ogni condizione climatica – desertica, temperata, continentale, polare, tropicale – che hanno come scopo quello di amplificare il significato del rapporto dell’uomo con la Terra.
L’esposizione negli spazi di Manifattura Tabacchi del Modello Concettuale 429, realizzato a mano da Michele De Lucchi, propone un significativo collegamento alla mostra Earth Stations allestita presso il Museo Novecento di Firenze (fino al 30 aprile 2020), a cura di Laura Andreini e realizzata grazie al sostegno di Manifattura Tabacchi.
Ph. Alessandro Fibbi
Ph. Alessandro Fibbi
Le Earth Stations di Michele De Lucchi rappresentano nuove visioni architettoniche non più distanti dalla loro funzione ma che aiuteranno l’uomo a sviluppare sempre di più la sua attitudine allo scambio reciproco e a ogni forma di creatività e artigianalità.
“In un mondo in continuo cambiamento l’architettura produce strutture di passaggio da cui partire per destinazioni future – spiega Michele De Lucchi – Le Earth Stations sono una nuova tipologia di edifici pensati per favorire le relazioni umane. Sono monumenti all’uomo e per l’uomo che utilizzano le conoscenze umanistiche e tecnologiche per creare condizioni di vita migliori in un contesto di responsabilità per il mondo naturale e sociale. Non sono basi spaziali da cui partire per Marte, Giove o la Luna. L’introduzione di tecnologie digitali e l’arrivo di piattaforme di intelligenza artificiale, una volta controllate, ci eviterà il lavoro burocratico e ci consegnerà tempo libero da dedicare ai rapporti umani, alla cura della persona, della mente e della creatività individuale. Nelle Earth Stations si concentrano molte funzionalità in un unico luogo, a favore della sostenibilità e della qualità delle relazioni private e pubbliche. L’attrattività simbolica della loro forma esterna e la monumentalità degli spazi interni sono i paradigmi necessari affinché siano ammirate e vissute, capaci di attrarre e destare orgoglio e meraviglia.”
Ph. Leonardo Morfini
Michele De Lucchi
Michele De Lucchi è stato tra i protagonisti di Alchimia e Memphis. Ha disegnato arredi per le più conosciute aziende italiane ed europee. È stato responsabile del Design Olivetti dal 1988 al 2002. Ha realizzato progetti di architettura in Italia e nel mondo tra cui edifici culturali, direzionali, industriali e residenziali.
Per Deutsche Bank, Deutsche Bundesbahn, Enel, Poste Italiane, Hera, Intesa Sanpaolo, UniCredit e altri Istituti italiani ed esteri ha progettato ambienti di lavoro e corporate identity. Ha sviluppato importanti progetti di hôtellerie a Tbilisi (Georgia), a Pechino (Cina), sul complesso del Rokkō-san (Giappone) e in varie parti d’Italia. Ha disegnato edifici e sistemi espositivi per musei come la Triennale di Milano, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Neues Museum di Berlino e le Galleria d’Italia a Milano.
Nel 2000 è stato insignito della onorificenza di Ufficiale della Repubblica Italiana dal Presidente Ciampi. Nel 2001 è stato nominato Professore Ordinario presso lo IAUV a Venezia. Nel 2006 ha ricevuto la Laurea ad Honorem dalla Kingston University.
Dal 2008 è Professore Ordinario presso la Facoltà del Design al Politecnico di Milano e Accademico presso l’Accademia Nazionale di San Luca a Roma. Nel 2018 è stato direttore della rivista Domus.
Michele De Lucchi è fondatore e parte di Amdl Circle, un cerchio interdisciplinare di progettisti innovatori. Dal 2018 la ricerca di Amdl Circle si concentra su Earth Stations, una nuova tipologia di edifici che utilizzano le conoscenze umanistiche e tecnologiche per favorire le relazioni umane.