Glocal Warming | God is Green talks
Con Ugo Bardi (Professore di chimica presso l’Università degli Studi di Firenze), Bernardo Gozzini (CNR - Istituto di BioEconomia e Amministratore Unico del Consorzio LaMMA), Lorenzo Ci (Regista e attivista politico, Fridays for Future Firenze e Valdisieve in Transizione), Gregory Eve (co-founder GreenApes)
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Le sfide del cambiamento climatico dal globale al locale
Al termine di un’estate contrassegnata dai grandi incendi nelle zone artiche e nella foresta amazzonica, è sempre più evidente come sia arrivato il momento di trovare risposte concrete alla sfida dei cambiamenti climatici. Una sfida che impatta e coinvolge non solo i paesi lontani, ma anche il nostro territorio.
Questo talk, inserito nel festival God is Green, ha fatto il punto sulla situazione globale e sugli effetti già misurati in Toscana. Un approfondimento sulle possibili linee d’azione proposte sul territorio, per sentirci parte della soluzione e non del problema.
Gregory Eve è il cofondatore di GreenApes, una piattaforma di digitale nata per promuovere e premiare stili di vita sostenibili. Attraverso la sua moderazione il talk è riuscito a estrapolare nuovi punti di vista e connessioni inaspettate tra cambiamento climatico e società civile.
Il professor Ugo Bardi dell’Università di Firenze parla della similitudine tra La grande onda di Kanagawa di Hokusai e l’attuale momento storico. L’artista è riuscito a catturare l’essenza della di trasformazione, con tutta la sua forza dirompente e inarrestabile, è andato oltre la rappresentazione di un semplice fatto e ha dipinto un concetto. La trasformazione tecnologica, ecosistemica, spirituale, politica ed economica che sta investendo l’umanità è un cambiamento radicale e come tale non ammette opposizioni. Le soluzioni vere sono al di là delle abitudini, sono un qualcosa che porterà a una nuova società, completamente diversa da come la conosciamo adesso.
Bernardo Gozzini: “Quest’onda, professor Bardi, si riesce a cavalcare o dobbiamo lasciarci trasportare?”
Ugo Bardi: “Si fa il possibile, tutta la nostra vita consiste nel fare il surf al contrario.”
Il cambiamento climatico è anche quello che sta succedendo al resto dell’ecosistema, ad esempio l’acidificazione degli oceani.
Come spiega Bernardo Gozzini, direttore del consorzio Lamma, il sistema climatico è un problema complesso, anche per un climatologo. I modelli utilizzati non sono reali, riproducono la realtà e la semplificano. Quello che succede è un insieme dinamico di moltissimi fattori, ogni cosa che esiste sul pianeta ha un’influenza sul clima, spesso in modo imprevedibile. Una delle difficoltà è comunicare in modo corretto che i dati divulgati sono interpretazioni e percentuali e non dati certi senza che questo porti a sminuire il problema.
“Ci sono una serie di effetti che non sono inclusi nei modelli, ovvero non capiamo ancora perfettamente che impatti abbiano sull’ecosistema, ma non cadiamo nella trappola che siccome ci sono delle incertezze allora non corriamo nessun rischio, proprio perché ci sono delle incertezze i rischi sono molto maggiori di quello che sembrano.”
Bernardo Gozzini
Gli oceani e le foreste hanno un ruolo immenso nell’ecosistema, ma i loro reali effetti sul clima sono ancora poco noti. Si sta cominciando ora a capire il sistema della Pompa Biotica costituita dalle foreste all’interno dell’ecosistema, gli alberi hanno un ruolo attivo che attraverso il giro della condensazione permette anche il raffreddamento dell’atmosfera, quindi l’effetto sul clima non riguarda solo il metabolismo dell’anidride carbonica, ma molti altri aspetti.
Gli oceani occupano i ⅔ della superficie terrestre, pensare che tutti i cambiamenti che stanno subendo dal punto di vista biochimico non portino a conseguenze enormi è un’illusione. Studiando meglio queste grandi masse d’acqua si possono trovare molte risposte, tra cui nuovi metodi per produrre cibo in modo che sia sufficiente per tutta la popolazione terrestre.
“Tutti questi fenomeni si stanno intersecando in modi difficili da quantificare, quindi che succede a Firenze? Sarà solo abitata dalle zanzare o ci saremo anche noi?”
Ugo Bardi.
I dati locali già misurati che mostrano gli effetti del cambiamento climatico sono moltissimi, anche in Toscana. Ad esempio nel 2017, anno di grande siccità prolungata, a Livorno e Pisa improvvisamente si è formato un evento estremo in cui sono caduti 250 mm di pioggia in 4h, cioè ciò che piove in 4 mesi. Oltre agli evidenti danni nell’immediato, c’è stata anche una perdita di acqua dolce che andando direttamente nel mare non entra a far parte delle falde acquifere utilizzate per l’agricoltura. Alcune delle conseguenze più evidenti del cambiamento climatico infatti saranno sulle produzioni agricole: sulla qualità, le caratteristiche organolettiche e le quantità. Già adesso i vigneti sono sempre più in alto e l’olivo ha scollinato l’Appennino.
I governi ancora sordi alla trasformazione in atto, discutono per il possesso e il controllo di risorse naturali, dimostrando un atteggiamento non lungimirante e poco attento al benessere della popolazione. Anche in questo frangente di emergenza si percepisce il grande traino che è il profitto. La società continua a tirare invano in un’altra direzione cercando di non modificarsi e di mantenere immutate abitudini e stile di vita della popolazione media. Le soluzioni che vengono proposte spesso sono dei palliativi che non fanno altro che ritardare il cambiamento.
“Il cambiamento è tanto meno traumatico quando prima comincia, più lo evitiamo più diventa traumatico.”
Ugo Bardi
Esiste una direttiva europea con cui, entro il 1 gennaio 2021, si bandisce l’usa e getta. In Italia è stata recepita come una direttiva che abolisce solo la plastica usa e getta, questi prodotti monouso sono stati sostituiti da quelli realizzati con le nuove bioplastiche: le abitudini sono rimaste le stesse e il problema dell’usa e getta non è stato risolto. Le bioplastiche richiedono energia per essere prodotte e non sono compostabili con i normali scarti organici, quindi non sono poi così sostenibili.
“Noi cerchiamo di imporre la nostra percezione magica nel mondo reale: siccome è bio e buono, se è bio si composta, ma non è vero. Il sistema sta cercando disperatamente di non cambiare.”
Bernardo Gozzini
C’è quindi un problema a livello di sistema, per cui il modello capitalista e consumistico, a cui si deve riconoscere di aver portato il benessere materiale almeno in alcune parti del mondo, sta mostrando dei limiti importanti dal punto di vista ambientale. Assistiamo oggi a una discussione anche dell’establishment, quindi non più una discussione eversiva, che sottolinea che questo sistema ha un elemento limitante enorme: iI suo presupposto fondante è la crescita continua e il pianeta non è infinito.
La battaglia contro il cambiamento climatico si combatte anche e soprattutto nelle piazze e con la cittadinanza, deve necessariamente essere accostata alla lotta contro un certo tipo di politiche che hanno la peculiarità di dividere le persone. Organizzazioni come Fridays For Future ed Extinction Rebellion combattono questo tipo di politiche antisociali attraverso movimenti di piazza e con iniziative sul territorio e con i cittadini.
“Se uno crede che la crescita infinita sia possibile su un pianeta finito deve essere o un o scemo o un economista.”
Kenneth Boulding
Lorenzo Ci è coordinatore di un progetto dal nome Green New Deal, nato nel 2007 ispirandosi al modello del New Deal di Roosevelt, l’idea è cercare di ristrutturare completamente l’economia.
È possibile contrastare il cambiamento climatico e i suoi effetti, soprattutto a livello sociale, in diversi modi. FFF fa parte di quei movimenti, che si sono formati negli ultimi anni, chiedono ai governi, agli stati, alle regioni e ai comuni di riconoscere lo stato di emergenza e di conseguenza di abbandonare tutti quei progetti che portano in una direzione opposta o basati su fonti fossili. Va ripensato il modello di sviluppo: il cambiamento climatico ci da delle indicazioni e andrebbe seguito.
“Unire il mondo dei lavoratori e delle lotte sindacali con quello della lotta del cambiamento climatico, è il Green New Deal per l’Europa che è una campagna indipendente di cui non fa parte nessun partito, ma che nasce trasversalmente da tante associazioni e gruppi europei.”
Lorenzo Ci
A livello locale si può agire cercando di connettere le persone e di dare loro la possibilità di collaborare, partecipando a un nuovo tipo di economia, più democratica. Progetti come Disco Soup o Valdisieve in Transizione sono iniziative che vogliono trovare soluzioni e lo vogliono fare insieme, con positività, regalando alle comunità nuovi spunti e, perchè no, momenti di festa.
“Con il progetto Valdisieve in transizione, che è una delle 1400 città in transizione tra cui anche l’Isolotto e lo Statuto, si cerca di pensare a come si può esercitare l’immaginazione collettiva in modo creativo per risolvere questi problemi”
Lorenzo Ci
“Unire il mondo dei lavoratori e delle lotte sindacali con quello della lotta del cambiamento climatico, è il Green New Deal per l’Europa che è una campagna indipendente di cui non fa parte nessun partito, ma che nasce trasversalmente da tante associazioni e gruppi europei.”
Lorenzo Ci